Venerdì 15 la proiezione di un documentario
Appuntamento dalle 20.30 in biblioteca
Luigi Benedetto
Bruno Caccia, cuneese di nascita, Procuratore della Repubblica di Torino, negli anni caldi del terrorismo si era occupato dei pestaggi che, regolarmente, si verificavano in occasione di ogni sciopero. Successivamente aveva indicato sulle Brigate Rosse e quindi sui traffici della ‘Ndrangheta in Piemonte. Indagini, queste, che decretarono la sua condanna a morte. Il 26 giugno 1983 era una domenica. Caccia si era recato fuori Torino, ed era rincasato la sera. Alle 23.30 aveva portato fuori il cane, non scomodando la scorta che gli era stata assegnata proprio perché, in fondo, era domenica per tutti. Nel corso di quella passeggiata era stato affiancato da un’auto con due uomini a bordo che, senza scendere dall’auto, gli avevano scaricato addosso 14 colpi, per poi finirlo con tre colpi di grazia.
Il suo delitto è stato, per anni, senza un colpevole fino a che, nel 2015, la direzione distrettuale antimafia, ha arrestato il presunto autore materiale dell’omicidio: Rocco Schirripa. Nel 2017 è stato riconosciuto colpevole e condannato all’ergastolo, pena poi confermata due anni dopo in appello.
Molte domande, però, restano ancora senza risposta, molti aspetti restano ancor da chiarire. Molte pagine di quella brutta vicenda devono ancora essere scritte. Tutti questi aspetti saranno esaminati venerdì 15, dalle 20.30, quando nella biblioteca civica sarà proiettato il documentario “Bruno Caccia. Una storia ancora da scrivere”. Seguirà il dibattito con dei rappresentanti di Libera Piemonte.