Uno studio di Smat, Cnr-Igg, Politecnico, Arpa, SMI e Regione
Sarà realizzato nei prossimi anni un nuovo bacino da 5 milioni di metri cubi per l'area torinese
Quanto i cambiamenti climatici possono influenzare le nostre risorse idriche?
Un quesito cui ha fornito una risposta il programma di ricerca avviato nel 2016 sviluppato da SMAT con CNR-IGG, Politecnico, Arpa, Società Metereologica Italiana e Regione e venerdì scorso sono stati presentati i risultati.
“La capacità di adattamento ai cambiamenti climatici - ha commentato Paolo Romano, Presidente SMAT - è una delle sfide più importanti che i gestori del servizio idrico integrato dovranno affrontare nel futuro: una gestione ottimale si evidenzia dalla capacità di fronteggiare le crisi attraverso la redazione di mirati piani di emergenza ma soprattutto attraverso un’attenta prevenzione strutturale”.
La risposta concreta di SMAT a questa sfida sta negli interventi strutturali, come l’acquedotto della Valle di Susa di prossima attivazione e le interconnessioni comunali finalizzati a sopperire alle carenze idriche.
Per Torino l’azienda aveva approntato già 15 anni fa una riserva idrica ovvero il bacino di lagunaggio di La Loggia che ha una capacità di circa 2 milioni di metri cubi. L’impianto permette il prelievo dell’acqua del fiume a circa 7 km a monte dell’opera di presa originaria, dove l’acqua staziona dai 7 ai 50 giorni e viene poi immessa negli impianti di potabilizzazione. Opera che nei prossimi anni sarà potenziata attraverso la realizzazione di un secondo bacino da 5 milioni di metri cubi.
"Il valore di questo nuovo impianto – ha dichiarato Romano – sta nella creazione di una riserva idrica, che raggiungerà complessivamente un volume di 7 milioni di metri cubi d’acqua, disponibile soprattutto in periodi di siccità, di inquinamento del fiume o di eventi eccezionali quali le alluvioni”.