A Borgaro in un appartamento privato
I carabinieri di Caselle hanno contestato l'esercizio abusivo della professione
na.ber.
Un laboratorio di tatuaggi completamente abusivo, benché pubblicizzato sui social network, e ospitato in un appartamento privato delle Case Cit di Borgaro è stato individuato dai carabinieri di Caselle, che lo hanno chiuso e contestato alla "titolare", V.G. 34 anni, il reato di esercizio abusivo della professione .
La donna, infatti, non aveva neppure comunicato al Comune l'inizo dell'attività.
Aveva, però, pensato a tutto e sulla sua pagina Facebook non solo pubblicizzava il suo lavoro con dei post, ma perfino con video e, nonstante fosse tutto abusivo rispettava perfino le regole anti Covid 19 permettendo l'ingresso ad una sola persona per volta e munita dei DPI necessari.
Soltanto nel 1998 è stata regolamentata da un punto di vista giuridico la professione di tatuatore con una Circolare del Ministero della Sanità che definisce le condizioni in cui la professione di tatuatore deve essere esercitata per legge. Fino ad allora infatti c’era poca chiarezza in materia. Il primo passaggio obbligato per diventare tatuatore è quello di seguire il Corso formativo regionale della durata di 90 ore che prevede una prova finale. Una volta ottenuto il diploma, l’aspirante tatuatore necessita di apprendistato: è quindi consigliabile trovare occupazione in uno studio avviato per fare esperienza.
Dal punto di vista pratico, aprire un’attività di tatuatore è come iniziare qualsiasi altra attività. E' necessario prima di tutto trovare un locale idoneo (forse l'appartamento privato non è proprio l'ideale); ottenere le necessarie autorizzazioni sanitarie dalla propria Asl di competenza; aprire una Partita Iva; iscriversi al registro delle imprese (C.C.I.A.A.); denunciare al proprio Comune la propria attività; aprire una posizione Inail e infine iscriversi all'Inps.
Diversamente si cade nell'abusivismo e le conseguenze possono essere anche gravi.