Sono vietati dal Dpcm del 3 novembre
Grande incertezza per il futuro di ristoranti e attività commerciali
Luigi Benedetto
Difficile, ora come ora, capire come sarà il periodo natalizio che andremo a vivere tra qualche settimana. Se le restrizioni, con il migliorare della situazione, saranno allentate, o se, peggiorando le cose, saranno rese ancora più ferree. Se i ristoranti potranno tornare ad aprire i battenti (almeno in parte) per i tradizionali pranzi e gli altrettanto tradizionali cenoni, oppure no. Se ci si potrà aggirare liberamente per i negozi, illuminati e addobbati a festa alla ricerca di regali, o se invece bisognerà arrangiarsi come si può. Se ci saranno, per quanto ridotti, i classici appuntamenti che rendono l’atmosfera più natalizia. Neppure un indovino riuscirebbe, oggi come oggi, ad avere delle certezze, anche se i motivi per essere ottimisti non sono oggettivamente troppi.
Una cosa però è certa. Non ci saranno i tradizionali mercatini di Natale che abitualmente affollano le piazze di città e paesi. Non ci saranno perché, in quanto iniziative di carattere locale e commerciale che si svolgono al di fuori degli spazi, fisici e temporali, dei tradizionali mercati, vengono assimilati alle fiere di carattere locale, e quindi espressamente vietati dal Dpcm del 3 novembre scorso. Dpcm che vale sino al prossimo 4 dicembre. Dopo quella data, come detto, le cose potrebbero cambiare in meglio, e quindi le maglie dei divieti potrebbero allargarsi. Una serie di condizionali che lasciano intuire un Natale meno festoso e illuminato dei precedenti. Ma pur sempre un Natale, che ciascuno dovrà comunque cercare di vivere al meglio.