Il futuro è anche avere più igiene
Quello che sembra uno scherzo cela un problema che riguarda miliardi di persone
Luigi Benedetto
Quest’oggi, quando andrete in bagno per… beh, per fare quello che dovete fare, guardate il lavandino, la tazza, la vasca con un po’ di affetto. Sì, perché oggi, 19 novembre, si celebra la “Giornata mondiale della toilette”.
E no, non si tratta di uno scherzo o di una goliardata. Questa giornata è stata istituita con la risoluzione “Sanitation for all” del 24 luglio 2013, ed esorta tutti gli stati membri della Nazioni Unite ad “incoraggiare il cambiamento comportamentale e l’attuazione di politiche per aumentare l’accesso ai servizi igienico - sanitari del mondo”.
Già, perché per noi utilizzare il locale bagno può sembrare banale o scontato, ma quattro miliardi e mezzo di persone, in varie zone del mondo, vivono senza accesso a servizi igienici gestiti in sicurezza.
E quindi si utilizzano gli… spazi aperti, con tutte le immaginabili conseguenze a livello sanitario. Circa tre miliardi di persone vivono senza una struttura dove lavarsi le mani. Tutti i giorni più di 800 bambini muoiono per malattie diarroiche legate alla scarsa igiene, alle scarse condizioni igieniche o all’utilizzo di acqua potabile non sicura. E a livello globale l’80 per cento delle acque reflue generate dall’uomo torna nell’ecosistema senza essere trattata.
Obiettivo di questa giornata, quindi, quello di fare in modo che, entro il 2030, tutti possano poter usufruire di servizi igienici sicuri.
L’edizione 2020 di questa giornata avrà come tema: “Igiene sostenibile e cambiamento climatico”.
Gli studiosi hanno, infatti, evidenziato un legame tra il cambiamento climatico e il problema legato ai servizi igienici. Il clima, in generale, sta cambiando. Inondazioni, siccità e innalzamento del livello dei mari minacciano seriamente (specialmente nei paesi meno all’avanguardia da questo punto di vista) i sistemi igienici, dai bagni alle fosse settiche degli impianti di trattamento (per avere un’idea di cosa voglia dire, basta pensare alle “bombe d’acqua” che di tanto in tanto colpiscono il nostro territorio, alla tracimazione dei tombini e alla fragranza non proprio di mughetto che queste tracimazioni lasciano dietro di sé).
Tutti, quindi, devono poter disporre di servizi realizzati con quel tanto di criterio che permetta loro di resistere ai cambiamenti del clima e quindi mantenere le comunità sane e funzionanti.
Foto: Agi.it