E, in passerella ora sfila il "curvy pride"
Per una maggiore inclusività, ora c'è il rischio di normalizzare comportamenti alimentari sbagliati a rischio della salute
Chiara Mingrone
Da secoli la moda detta i canoni di bellezza e, da qualche anno, alle classiche modelle taglia 36, o skinny, si sono affiancate le così dette curvy.
L’attenzione nei confronti delle diverse forme di bellezza, e sensibilità, è aumentato negli ultimi anni, ma se da una parte si ha una maggiore inclusività, dall’altra, si rischiano di normalizzare dei comportamenti sbagliati nei confronti del cibo e del proprio corpo.
La questione più che di body positivity è etica: è giusto proporre al grande pubblico, sopratutto di giovani, modelli che pronging stili di vita scorretti e, a lungo termine, rischiosi?
È vero, in origine il termine curvy doveva indicare un corpo formoso ma, nel giro di poco tempo, il termine ha assunto il sinonimo di grasso, basti pensare alla modella Natalie Hage definita “una modella per taglie forti” che in realtà è un chiaro esempio di persona affetta da obesità o alle “fat body activists” che lottano per il diritto alla grassezza e si oppongono al modello criticato adottandone i mezzi e l’estetica.
In questo modo il confine tra una persona effettivamete curvy e oggettivamente obesa si assottiglia sempre di più e, quest’ultima, si sente protetta dal movimento del “grasso è bello” dimenticando che, tranne in casi particolari come depressione o problemi ormonali, la grassezza è una condizione volontaria o causata dalla mancanza di volontà.
Secondo l’OMS il numero degli obesi dagli anni Ottanta ad oggi è raddoppiato arrivando a raggiungere gli 1,9 miliardi di sovrappeso con 600 milioni di obesi; una epidemia dilagante che ha bisogno di interventi di tutte le parti sociali, moda compresa.
Se fossimo mal pensati potremmo dire che l’industria della moda si sta aprendo alle curvy perché è consapevole che nessuna forza sanitaria o governativa ha abbastanza potere, o volontà, per arginare il problema quindi, essendo le taglie 40 ormai in via di estinzione, tanto vale rivolgersi ad un pubblico più ampio affamato di miti che lo rappresentino ma, non essendolo, ci limiteremo a dire che la moda si sta avvicinando a questi soggetti perché è ora che la moda si adegui alle sensibilità che cambiamento e perché sì, il curvy (grasso) è bello.