Oggi, un anno fa, a Wuhan era l'inizio della quarantena
Mai avremmo immaginato che quel nemico invisibile e insidioso sarebbe arrivato fino da noi
Ilaria Cavallo
Vi è mai capitato, dopo mesi dall’inizio della pandemia, di guardare un film e vedere gli attori passeggiare indisturbati tra le strade affollate e senza la mascherina sul volto e di pensare «Cavolo, è quasi strano a vedersi!».
A pensarci bene fa un certo effetto ripensare che tutta quella spensieratezza ci è stata strappata un anno fa e quanto, da allora, sia cambiata la nostra percezione stessa della vita.
Verso la metà di gennaio dell’anno scorso che sono iniziate a circolare le prime voci riguardo ad un misterioso virus che stava scuotendo la Cina. Il 23 gennaio 2020, un anno esatto fa, la città di Wuhan dichiarava ufficialmente l’inizio della quarantena estesa a tutti gli abitanti per far fronte a quell’epidemia che si stava rapidamente diffondendo a macchia d’olio mandando in tilt gli ospedali.
«È dall’altra parte del mondo, non arriverà fino a noi» dicevano i più scettici, ma poi nel giro di un mese eccoci colpiti anche noi da questo nemico invisibile, il Covid 19.
Sono cambiate così tante da quel giorno di appena un anno fa ma che sembra distare secoli, e ci ha cambiati. Eccome se l’ha fatto.
Ci ha spaventati, ha ricordato all’uomo quanto sia in realtà vulnerabile, ci ha insegnato che un abbraccio vale molto più di quello che pensavamo e quanto siano fragili e preziosi i più anziani. Forse ci ha resi più responsabili, più attenti alla nostra cura personale, più soli, ma ci ha anche permesso di passare del tempo con noi stessi e scoprire passioni vecchie o nuove che non avevamo avuto modo di approfondire.
È innegabile che la crisi economica avrà dei lasciti gravi sull’economia globale, ma lo stop forzato ha portato la nostra Terra a tirare un sospiro di sollievo – le emissioni di CO2 sono state ridotte rispetto agli anni precedenti permettendoci una qualità della vita migliore, e anche la fauna ha goduto del momento di assenza dell’uomo - e magari questo ci permetterà di mantenere uno stile di vita più attento per le generazioni future, quelle che leggeranno di questa pandemia sui libri di scuola.
Il Covid 19 ci ha in un certo senso messi a nudo rivelando ogni lato rimasto da tempo celato dell’essere umano, sia gli aspetti più affettuosi sia quelli sordidi e crudeli, ma ci ha insegnato anche ad apprezzare le cose più semplici come una cena tra amici, ballare in spieggia nelle sere d’estate, lamentarsi con il compagno di banco per un brutto voto in matematica o l’importanza di un bacio che forse apprezzeremo di più quando torneremo alla “normalità”, a questa nuova normalità.
Ne sono successe di cose in appena un anno e i semi del miglioramento stanno cominciando a dare i loro frutti. Non dobbiamo fare altro che attendere e fare, nel nostro piccolo, ogni cosa perché il 2021 che abbiamo davanti possa essere un anno di rinascita (per davvero).