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La denuncia arriva da Coldiretti Torino
Oltre 315mila capi e un fatturato che arriva a 500 milioni di euro
na.ber.
Situazione sempre più critica per gli allevatori della razza bovina piemontese con carne pagata a prezzi troppo bassi e capi non più ritirati.
Questa la denuncia di Coldiretti che chiarisce come in quest'ultima settimana i capi da macello di Piemontese fassone maschio, con peso da 580 a 680 chilogrammi, siano andati da 3 a 3,15 euro per chilogrammo, mentre solo un anno fa il prezzo era da 3,60 a 3,70 euro.
«Stiamo parlando della razza storica più importante. il Piemonte detiene il primato italiano nella valorizzazione delle carni da razze storiche italiane e la zootecnia riveste un ruolo di grande importanza per il tessuto economico regionale – evidenzia Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino -. La razza bovina Piemontese, infatti, con oltre 315mila capi e un fatturato che arriva a 500 milioni di euro, rappresenta la principale razza da carne, oltre a essere la prima razza autoctona a livello nazionale per numero di capi allevati, raggiungendo la metà del patrimonio delle razze autoctone italiane da carne. Non sono ammissibili queste speculazioni che, sicuramente derivano anche da un periodo difficile causato dalla pandemia che ha messo in crisi questo e altri settori dell’agricoltura piemontese, ma che è frutto di una speculazione inaccettabile da parte dei macelli e dalla Gdo, Grande distribuzione organizzata. Proprio quest’ultima mentre afferma di voler valorizzare il prodotto italiano, nei fatti, ancora troppo spesso, posiziona sugli scaffali carne straniera di capi nati e allevati in altri Paesi».
E il neo direttore della Federazione torinese, Andrea Repossini aggiunge:
«Per questo Coldiretti ritiene importante che i consumatori, per acquistare in modo consapevole, leggano attentamente l’etichetta dei prodotti che portano in tavola. Non si può poi dimenticare che la razza bovina Piemontese ha ottenuto l’Igp, indicazione geografica protetta, per il Vitellone Piemontese dalla Coscia e che testimonia una tradizione alimentare unica, oltre a tutelare un grande patrimonio dal punto di vista della biodiversità, dell’ambiente e dell’economia per cui è necessario valorizzarla. Tutta la filiera deve rendersi conto che la razza bovina Piemontese rappresenta un fiore all’occhiello per la nostra regione».