L'iniziativa organizzata da Donne Impresa Coldiretti
Domenica 7 marzo le coltivatrici offriranno una primula al Mercato di Campagna Amica
na.ber.
Un fiore per far bene alle filiere locali.
E' l’iniziativa, messa in campo da Donne Impresa Coldiretti Torino, in programma domenica 7 marzo, al mercato di Campagna Amica, in piazza Palazzo di Città.
Durante la mattinata le coltivatrici doneranno primule, prodotte da florovivaisti torinesi di Campagna Amica, per omaggiare le donne in occasione dell'8 Marzo e sensibilizzare i consumatori torinesi all’acquisto di piante e fiori, direttamente da chi li produce.
Il settore florovivaistico nazionale, nell’ultimo anno, è stato colpito da un crack pari a 1,7 miliardi di euro, causato dalle misure di sicurezza anti covid-19 e dai timori legati al contagio che hanno portato ad azzerare eventi pubblici, fiere e assemblee, cresime, comunioni, battesimi e matrimoni.
Settore in cui operano 27mila imprese con 200mila posti di lavoro nella filiera.
«In Piemonte il settore florovivaistico è strategico - spiega il presidente di Coldiretti Torino, Fabrizio Galliati - e genera una produzione lorda vendibile di 130milioni di euro, con 1.100 imprese, diffuse sul territorio, una superficie complessiva di 1.300 ettari, una produzione di 10milioni di piante ornamentali e un totale di 3.500 addetti al settore. Per tanti florovivaisti l’emergenza coronavirus ha significato portare al macero tonnellate di piante e fiori. Scegliere di acquistare piante e fiori locali, direttamente dai florovivaisti dunque è una scelta consapevole e virtuosa che contribuisce a sostenere l’economia locale dei propri territori. In tal modo i consumatori acquistano piante e fiori di qualità stagionali e legati al territorio, meno stressati dai lunghi viaggi di trasporto».
E. conclude:
«L’iniziativa di domenica promuove azioni virtuose che si inseriscono all’interno del “Progetto Filiere, Sostenere legami e reti”, proposto da Coldiretti Torino e sostenuto dalla Camera di commercio di Torino, che mira alla promozione di nuovi modelli di economia circolare e civile, valorizzando la distintività del territorio, restituendo potere contrattuale ai produttori e realizzando reti innovative e rinnovate occasioni di incontro e condivisione tra florovivaisti locali e cittadini consumatori».