A Caselle deserto anche il secondo bando
Decisamente incerta anche la situazione a Borgaro
Ivan Cuconato
Centri estivi comunali: si apre, non si apre, forse, quando?
I dubbi permangono e sono davvero tanti… Mentre i centri estivi gestiti da soggetti privati hanno aperto e sono strapieni, quelli organizzati dalle Pubbliche Amministrazioni sono fermi al palo, in attesa di chiarimenti e linee guida da Regione e Asl, rallentati anche dalla burocrazia elefantiaca.
Città Metropolitana continua a sollecitare, ma intanto i giorni, e le settimane, passano. A Borgaro, l’assessora all’Istruzione Pina Fabiano dichiara che:
«anche la settimana scorsa ho inviato una mail in Città Metropolitana per avere delucidazioni, ma non ho ottenuto molto. Questa settimana dovrebbe essere convocato, sempre da Città Metropolitana, un tavolo di discussione, ma intanto i giorni passano e tutto rimane in stallo. Noi avevamo intenzione di far partire il servizio a fine giugno, inizio luglio, ma ad oggi abbiamo solo tanti dubbi e poche certezze: non è una cosa che si organizza così, su due piedi, con approssimazione, ancor di più quest’anno con l’emergenza sanitaria. Oltretutto, dalla lettera di sondaggio che avevamo mandato ai genitori, solo un terzo di chi ha partecipato la scorsa estate sarebbe interessato: probabilmente per colpa della situazione economica e dei costi, ma credo anche per via della paura del virus e dell’incertezza».
Ancora più incerta la situazione a Caselle, come racconta l’assessora alle Politiche Educative e Scolastiche Erica Santoro:
«purtroppo, anche la seconda gara è andata deserta. Ora, una Pubblica Amministrazione ha un’ultima possibilità, consentita dalla legge: quella della chiamata diretta ed i nostri uffici già si stanno muovendo. Il Covid ha reso tutto molto difficile ed i Comuni partono ad handicap: la burocrazia rallenta tutto ed il codice degli appalti non ci rende, per così dire, competitivi, appetibili. Noi poi come Amministrazione, a differenza di altri Comuni vicini, abbiamo fatto la scelta di non caricare i costi maggiori del servizio di quest’anno sugli utenti, quindi siamo ancora meno attraenti, da qui le due gare deserte. E’ evidente che con un numero maggiore di educatori necessari, i costi aumentano e qualcuno deve sobbarcarseli. Da questo punto di vista, i soggetti privati sono notevolmente avvantaggiati: ed infatti sono già partiti tutti con le attività e sono pieni, grazie anche una burocrazia decisamente inferiore alla nostra. Con noi i tempi si allungano, i costi aumentano, le regole pure: il codice degli appalti credo vada modificato, profondamente. Così com’è è impensabile applicarlo poi in una situazione d’emergenza come quella che stiamo vivendo».
E conclude:
«era già nostra intenzione partire a luglio per non pesare troppo sulle famiglie, ma, a tutt’oggi, le incertezze ed i dubbi rimangono davvero tanti, troppi».