Cinquant'anni di sacerdozio e 35 a Caselle
Gli auguri dal sindaco Luca Baracco e dall'Arcivescovo Cesare Nosiglia
Davide Aimonetto
Comunità parrocchiale casellese in festa, domenica scorsa. La struttura coperta del Prato Fiera ha accolto centinaia di fedeli, e decine di rappresentanti delle associazioni locali, che hanno assistito alle celebrazione eucaristica di don Claudio Giai Gischia, che proprio in quella occasione ha festeggiato i cinquanta anni dall’ordinazione sacerdotale, accanto ai 35 anni come parroco della comunità casellese.
Una festa semplice e sobria, come piace a questo sacerdote, che ha saputo entrare nel cuore di tanti parrocchiani. Una Iniziativa culminata con la celebrazione eucaristica, accanto ad amici sacerdoti provenienti da tutta la zona.
Come ha ricordato una rappresentante a nome della comunità parrocchiale, all'inizio della funzione religiosa di domenica scorsa:
«Dopo una lunga collaborazione presso le parrocchie di Settimo ed a Volpiano, don Claudio giunge a Caselle, giovane sacerdote nel 1985, dovendo affrontare subito il gravoso compito di unificare le due parrocchie, quella di Santa Maria e San Giovanni in una sola parrocchia. Sono dunque 35 anni che don Claudio è con noi, con questa Santa messa vogliamo esprimere la nostra gioia nel ringraziare vivamente il Signore per averci inviato un Pastore che in questi lunghi anni ci ha aiutato, ascoltato, specialmente in questo ultimo periodo così difficile per il mondo intero».
La cerimonia di domenica è stata anche l’occasione per ricordare insieme il lungo cammino pastorale e sacerdotale di don Claudio, che per sua ammissione è partito da molto lontano, dagli anni della giovinezza, in cui poi è maturata la sua vocazione. Poi un ricordo degli anni difficili ed entusiasmanti legati al Concilio Vaticano II, fino alla sua ordinazione sacerdotale avvenuta il 4 ottobre del 1970.
A cui segue un percorso di esperienze e crescita pastorale, comune a tanti sacerdoti, fino all’incontro che ha segnato la sua formazione umana e sacerdotale: quello con le parrocchie di Caselle. Già perché prima del suo ingresso, le parrocchie in città erano due, retaggio di una storia religiosa e comunitaria che affondava sue radici nel passato, ma che probabilmente negli anni ottanta del novecento, aveva pochi motivi per sussistere ancora.
Comunità parrocchiali distinte, poi unificate sotto un’unica guida pastorale: la sua. Processo non semplice, che chiudeva una esperienza comunitaria plurisecolare, e che poteva lasciare spazio ad un presente divisivo e conflittuale. Ma don Claudio con la sua pacatezza, il suo sorriso, la sua disponibilità alla mediazione, riuscì a portare a termine senza particolari tensioni, questo delicato processo di unificazione.
E domenica la comunità parrocchiale di Caselle ha voluto rendere grazie al suo “don”, che con delicatezza e determinazione l’ha guidata fino ad oggi, tra catechesi e oratorio, gruppi di formazione, aiuto concreto verso i più poveri, nuova evangelizzazione.
Mille i ricordi e le suggestioni legate a questi 35 anni dedicata alla parrocchia di Caselle. Ben ricordati dal sindaco Luca Baracco, che non ha voluto far mancare la sua presenza alla manifestazione, ricordando ai presenti:
«L’importante ruolo di don Claudio, pastorale ed umano. Segno e cifra di una comunità cristiana viva e feconda, la nostra comunità casellese».