Gli scottanti quesiti di Fontana a Baracco
Mentre una famiglia di Venaria che ha perso la mamma al Baulino per Covid sta meditando un esposto all'ASL TO4
na.ber.
Cercasi Sindaco disperatamente. A lanciare questo "angosciato" appello è il consigliere di opposizione di "Caselle Futura", Andrea Fontana e francamente anche noi ci siamo chiesti, in più di un'occasione che fine abbia fatto il primo cittadino, Luca Baracco, dal momento che è dall'ultimo Consiglio comunale che non se ne ha traccia.
«Sono in molti a chiederselo, visto che durante questa seconda ondata di Covid - spiega Fontana - da Palazzo Civico sono giunti pochi segnali di vita. La vicenda Baulino è emblematica. Prima, sul finire di novembre, abbiamo dovuto apprendere da fonti non ufficiali del focolaio interno alla struttura, sottaciuto fino all’ultimo. Poi, non è dato sapere quanti degli ospiti siano effettivamente stati sconfitti dal virus. Insomma: quanti sono i morti del Baulino?».
E benchè Fontana in quell'ultima seduta dell'anno qualche chiarimento lo abbia ufficialmente chiesto, ad oggi i dati non ci sono.
«Come al solito, ad una mia precisa domanda in Consiglio - prosegue - il sindaco ha assunto i suoi classici toni da “normalizzatore”, dicendo che era tutto sotto controllo. Ad oggi, pertanto, ci chiediamo quanti positivi vi sono ancora? Quanti guariti? Quanti deceduti? Tutto in silenzio. E non basta dire che la pagina Facebook della Protezione Civile riporta alcuni dati. Quello non è e non può essere un canale ufficiale del Comune di Caselle. Alcuni cittadini colpiti dalla perdita di un parente ricoverato nella Rsa casellese lamentano proprio questi fatti, quasi che i morti del Baulino vadano tenuti nascosti».
E' il caso emblematico di una famiglia di Venaria - due fratelli che hanno perso la mamma di 82 anni e ancora non sanno darsene ragione - che sta anche pensando di rivolgersi all'ASL per capire cosa sia effettivamente successo nella struttura.
«Nostra madre - raccontano - è stata ricoverata ad agosto 2020. Avevamo scelto quella struttura proprio perchè avevamo letto sui giornali che era stata covid free durante la prima ondata. I toni erano trionfalistici e abbiamo optato per Caselle. Nostra madre però mentre era ricoverata è andata deperendo, la vedevamo smagrita e sicuramente non felice e le risposte che ci venivano date dal personale non erano mai esaurienti, quando addiritttura sgarbate. Poi si è ammalata di covid e l'hanno ricoverata all'ospedale di Ciriè dove è morta».
E quando i due fratelli hanno chiesto spiegazioni, di chiarimenti non ce ne sarebbero stati.
«Quando l'hanno presa in carico abbiamo anche pagato per i DPI - proseguono - ma se poi c'è stato il contagio vuol dire che non li hanno usati a dovere. Crediamo che due figli abbiano il diritto di sapere cosa sia successo. Scriveremo al commissario dell'ASL To4 perchè crediamo sia un nostro diritto avere almeno delle spiegazioni».
Dovute? Doverose? Non spetta a noi dirlo.
Fontana incalza ancora:
«Come stanno inoltre i dipendenti ed il personale? Perché avviene questo qui a Caselle? Perché in altre città non è avvenuto, ed i sindaci hanno sempre puntualmente informato la popolazione di quanto stava e sta accadendo? Anche semplicemente pubblicando sul sito del Comune il bollettino che arrivava dalla Regione? Domande che mi vengono fatte e che volentieri giro al sindaco».