Il Comune sta inviando la comunicazione
Regole rigidissime: contratto con le aziende e ingresso esclusivamente riservato ai dipendenti delle ditte convenzionate
na.ber.
Si apre uno spiraglio per la ristorazione delle zone rosse e arancioni. I ristoranti possono, infatti, svolgere servizio mensa per le aziende limitrofe, ma con tutte le eccezioni del caso. Un iter piuttosto complesso e nessuno spazio alle improvvisazioni.
Come tutti ben sappiamo il nuovo DPCM conferma la divisione del nostro Paese in fasce di rischio e fino alla fine di aprile non saranno previste regioni in zona gialla. Cambia poco per i ristoranti (e più in generale i locali con cucina), che nelle zone a maggior rischio resteranno chiusi e potranno effettuare solamente il servizio di asporto fino alle 22 e di consegna a domicilio senza limiti di orario – come sempre nel totale rispetto delle norme igienico sanitarie.
Continua però ad essere prevista la possibilità per le mense di operare come in precedenza, e la buona notizia è che anche i ristoranti possono svolgere servizio mensa alle aziende.
Ecco perchè il Comune di Caselle in questi giorni sta inoltrando la comunicazione ai ristoranti con cucina del territorio. In questo modo gli esercizi pubblici hanno la possibilità di trasformare bar e ristoranti in mense aziendali e riuscire così a lavorare anche in questo periodo di forti restrizioni.
Ma le regole sono rigidissime.
«La possibilità di svolgere servizio mensa alle aziende non è una scorciatoia - spiega il vicesindaco Paolo Gremo - per accogliere in pausa pranzo, oltre ai lavoratori, anche clienti normali. Al contrario, è un'opportunità che deve essere presa seriamente dai ristoratori che, in caso di mancanza di uno o più requisiti previsti dal Ministero, possono incorrere a multe molto salate. Ovviamente vale per le aziende con dipendenti e non per i singoli professionisti o le ditte individuali».
Quali sono le regole da rispettare?
«L'obiettivo è lasciare la possibilità di risolvere il grosso problema della pausa pranzo - risponde - per tutte quelle aziende che non possono ricorrere allo smart working e che non hanno una mensa interna e che hanno quindi bisogno di una soluzione per gestire in modo sicuro il pranzo dei propri dipendenti. In modo particolare quelle imprese con i cantieri all'aperto, costrette a far pranzare i loro dipendenti nel cantiere stesso».
Qual è l'iter da seguire per un ristorante che decida di diventare mensa aziendale?
«Prima di tutto dev'esserci l’autorizzazione da parte delle autorità territoriali - chiarisce - Una volta accertata la possibilità di svolgere servizio mensa nel proprio Comune, è fondamentale l’esistenza di uno specifico contratto di mensa aziendale tra ristorante e azienda, che preveda delle specifiche convenzioni per il pranzo, concesse solo nei giorni lavorativi. La copia di questo contratto dovrà essere a portata di mano del ristoratore per mostrala agli organi di controllo insieme all’elenco nominativo del personale beneficiario del servizio. E' un'opportunità importante per le aziende in questo complicato momento e per i ristoratori che in questo modo, seppure limitatamente, possono lavorare».